Pittoresco
Una donna culla il suo bambino al mercato di campo de’ fiori a Roma. Questa fotografia fa parte di quel particolare filone che si può definire pittoresco o folcloristico, che ricercava oggetti e scenari associati a povertà, abbandono o a situazioni moralmente criticabili. Già i viaggiatori del Grand Tour nei secoli precedenti alla nascita della fotografia erano alla ricerca del pittoresco passando prima per la rovina architettonica, poi per quella umana, sociale.
La fotografia rende possibile acquistare un souvenir di questa stranezza esotica e molti fotografi si specializzano in questo genere di ripresa che passa dai mestieri caratteristici alle situazioni di disagio tipiche delle città povere (bambini di strada, prostituzione, etc). Tra i fotografi, alcuni hanno una sensibilità più accentuata verso la denuncia sociale di queste situazioni che documentano per segnalarle all’opinione pubblica, come Atget, Riis, Hine, altri che ne vedono una tipologia ricercata dai turisti da vendere insieme alle vedute classiche dei monumenti cittadini, come Sommer o Alinari, altri ancora sono alla ricerca dell’esotico per le loro collezioni private, come il conte Primoli.
Questa tipologia di fotografie non è scomparsa al giorno d’oggi, chi viaggia trova spesso negli altri paesi o anche in parti del proprio, situazioni di povertà e disagio che le rendono esotiche ai propri occhi. Quelle storiche sono comunque una preziosa testimonianza di usi, mestieri e costumi spesso scomparsi.
Un commento
Marina
Che bella foto! La maternità è sempre uguale dappertutto! Il genere pittoresco conquista tutti, è lo specchio della vita reale. Anche oggi appaiono foto di paesi lontani diversi da noi, possiamo vedere situazioni insolite.