A seguito dell’invasione italiana dell’Etiopia nel 1935, la Società delle Nazioni, antesignana dell’ONU, approva delle sanzioni contro l’Italia. Seppur blande e poco rispettate, perché molti paesi non fanno parte della Società delle Nazioni, il risentimento degli italiani verso le ‘inique sanzioni’, fomentato dalla propaganda fascista, si concretizza con iniziative per il recupero dei materiali metallici.
Per il 18 dicembre è proclamata la Giornata della fede per donare le fedi nuziali e sostenere lo sforzo bellico. La regina consorte, Elena del Montenegro, dona le fedi della coppia reale, Pirandello la medaglia del Nobel, Benedetto Croce e Guglielmo Marconi la medaglia da senatore. Anche molti personaggi non favorevoli al regime la descrivono come il maggior esempio di patriottismo dei tempi.
In cambio della fede d’oro viene consegnata una fede in ferro, un simbolico sposalizio con la patria fascista. La raccolta è di 37 tonnellate d’oro e 115 d’argento.
Che fatto odioso! A quei tempi la fede d’oro era per la maggioranza l’ unico oggetto prezioso di tutta la vita. Privarsene era un grosso sacrificio doloroso. Chi poteva versava il controvalore in denaro e riscattava la fede. Ricordo, e la conservo ancora, la fede di ferro che portava mio Papà. Dove sarà finito tutto quell’oro? Nelle tasche di chi? Vergogna..
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Un commento
Marina
Che fatto odioso! A quei tempi la fede d’oro era per la maggioranza l’ unico oggetto prezioso di tutta la vita. Privarsene era un grosso sacrificio doloroso. Chi poteva versava il controvalore in denaro e riscattava la fede. Ricordo, e la conservo ancora, la fede di ferro che portava mio Papà. Dove sarà finito tutto quell’oro? Nelle tasche di chi? Vergogna..