Torre del Filarete

Nel 1893 viene chiesto all’arch. Luca Beltrami, senatore del Regno d’Italia, di ricostruire la Torre del Filarete al Castello Sforzesco di Milano come una quinta teatrale in legno e tela. La Torre costruita nel 1452 da Antonio di Pietro Averlino o Averulino, detto il Filarete, su commissione di Francesco I Sforza era andata distrutta da una esplosione nel 1521.

La ricostruzione ‘virtuale’ avviene il 20 maggio 1893 in occasione di uno spettacolo d’illuminazione per il Gran Premio del Commercio. Di questa ricostruzione ci rimane solo l’immagine di Giovan Battista Origoni, poiché due giorni dopo crolla a sua volta, ma ai milanesi piacque così tanto da condurre alla decisione di edificarla in muratura nel più ampio progetto di restauro del Castello che avverrà di lì a poco (1893-1911).

L’elaborazione di una struttura verosimile per riportare il monumento a una situazione di organicità unitaria, a causa della scarsità del materiale documentario e archivistico, trova legittimazione per il suo restauro nella ricerca iconografica basata sullo studio di torri similari coeve, come quella del Castello di Vigevano, quella rappresentata sullo sfondo del dipinto Madonna con Bambino di Francesco Napoletano esposto nella Pinacoteca del Castello stesso, quella di un graffito presente nella Cascina Pozzobonelli e quella del progetto per la fronte del Castello di Milano di Leonardo da Vinci conservato al Museo del Louvre di Parigi oltre a quella della Rocca Sforzinda descritta come esempio di castello ideale dallo stesso Filarete nel suo Trattato di Architettura.

I lavori di restauro, mediazione di fine secolo tra la cultura romantica e quella filologica, terminano nel 1905 e la torre è intitolata a Umberto I morto nel 1900 in un attentato.