Dall’archivio di Warner Bischof, il figlio Marco ha estratto una serie di fantastiche fotografie a colori che il fotografo svizzero (poi tra i più importanti dell’Agenzia Magnum) ha scattato durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Famoso per i suoi scatti in bianconero realizzati appena finita la guerra e che documentano la distruzione causata dal conflitto è interessante scoprire che ha realizzato anche delle vedute a colori, una tecnica fotografica ancora da perfezionare all’epoca ma che visti i risultati padroneggiava con sicurezza, e ci permettono di gettare un nuovo sguardo sull’opera di Bischof.
Per realizzare queste immagini ha usato una Devin Tricolor, fotocamera ingombrante con cui bisognava impressionare tre negativi in bianco e nero su lastra di vetro. La luce prima di raggiungere l’emulsione passava attraverso tre filtri: rosso, blu e verde. Si potevano fotografare solo scene statiche vista la lentezza del supporto fotografico e per ricaricare la camera bisogna cambiare ad ogni scatto i tre negativi. Infine per stampare l’immagine bisogna riunire le tre lastre con i rispettivi filtri.
Tutte queste immagini ‘ritrovate’, e altre foto a colori realizzate successivamente da Werner Bischof con Rolleiflex e Leica, sono confluite in una mostra al MASI Lugano e in un libro intitolato ‘Unseen Colour’, edito da Scheidegger & Spiess e disponibile qui.
Interessante la storia dello sviluppo e dell’ evoluzione della fotografia dal bianco e nero al colore. Drammatiche le foto delle macerie della Germania post bellica. Tutto è stato ricostruito come era, per fortuna. Morti e rovine inutili, ieri come purtroppo oggi!!!
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Un commento
Marina
Interessante la storia dello sviluppo e dell’ evoluzione della fotografia dal bianco e nero al colore. Drammatiche le foto delle macerie della Germania post bellica. Tutto è stato ricostruito come era, per fortuna. Morti e rovine inutili, ieri come purtroppo oggi!!!