Quando Amela Fako, all’epoca giovane musulmana di 24 anni, può finalmente rientrare a casa in un villaggio vicino Sarajevo al termine della guerra trova questa foto.
I serbi bosniaci che avevano occupato la casa avevano portato via tutto, mobili e oggetti, ma avevano lasciato solo questa immagine sfregiata con un punteruolo fino a cancellare i volti della famiglia. Nella terribile pulizia etnica di quella guerra anche la Fotografia diventa un bersaglio.
Annientare la memoria del nemico è un obiettivo strategico che serve a umiliarlo e annichilirlo e lo si fa colpendolo nelle immagini, nei ricordi, spesso le uniche tracce del passato.
Che lavoro certosino cancellare i volti nella foto, dopo aver rubato tutto in casa! In guerra il genere umano diventa peggio delle bestie!!! Ieri come oggi… Alla fine non si sa perché è scoppiata la guerra?
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2 commenti
Marina
Che lavoro certosino cancellare i volti nella foto, dopo aver rubato tutto in casa! In guerra il genere umano diventa peggio delle bestie!!! Ieri come oggi… Alla fine non si sa perché è scoppiata la guerra?
Marco
Grazie Roberto per un altro contributo di grande contenuto. Sconvolgente nella sua semplicità.
Marco