Lewis W. Hine (1874-1940), docente di Sociologia, intuisce le potenzialità della fotografia, intesa come motore di osservazione delle dinamiche sociali, e dal 1904 documenta l’arrivo degli immigrati a Ellis Island. Lascia l’insegnamento per occuparsi dello sfruttamento dei minori nelle fabbriche del Sud degli Stati Uniti.
Dal 1908 collabora con il National Child Labor Commitee (Comitato nazionale per il lavoro minorile). Presentandosi nelle fabbriche di volta in volta come venditore di bibite, di cartoline o come fotografo industriale per riprendere le condizioni del lavoro infantile nelle fabbriche, nelle aziende agricole, nelle miniere. La sua produzione è di più di 5.100 stampe fotografiche e 355 negativi in vetro, oggi conservate alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
La pubblicazione delle sue immagini, spesso strazianti, con la conseguente consapevolezza che cresce nell’opinione pubblica porta il Congresso a occuparsi del problema, arrivando a proibire il lavoro infantile e nel 1916 a dichiararlo incostituzionale.
Che tristezza! Bambini sfruttati! Questa persona ha lasciato il lavoro per documentare la triste realtà! L’ importanza della fotografia è fondamentale, ci si può rendere conto dello sfruttamento dagli sguardi tristi e dalle vesti misere dei picol sfruttati. M purtroppo anche oggi nel mondo c è il lavoro minorile
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Un commento
Marina
Che tristezza! Bambini sfruttati! Questa persona ha lasciato il lavoro per documentare la triste realtà! L’ importanza della fotografia è fondamentale, ci si può rendere conto dello sfruttamento dagli sguardi tristi e dalle vesti misere dei picol sfruttati. M purtroppo anche oggi nel mondo c è il lavoro minorile