Tecniche Fotografiche

Stampa al Platino

Giardini della Salpêtrière, Parigi, Francia 1888 – Foto Albert Londe.

La stampa di quest’immagine di un allegro salto della staccionata è un planotipo o stampa ai sali di platino.

Il processo diversamente da quello più comune ai Sali d’argento non prevede di stendere il materiale sensibile su una gelatina disposta sul supporto ma direttamente sulla carta. Il materiale viene assorbito dalla carta e la stampa risulta opaca. Tra i vantaggi di questo procedimento oltre alla maggiore definizione, abbiamo anche la migliore durata nel tempo tra tutti i metodi di stampa e un’ampia gamma tonale dei grigi che risulta anche delicata. Dalla stampa al platino si è sviluppata quella al palladio che ha una minore presenza di grana nella stampa finale, toni più caldi e neri più profondi.

Dopo i primi anni di esperimenti sulle proprietà del platino rispetto all’azione dei raggi del sole, si arriva al primo brevetto di William Willis nel 1873 che svilupperà un’industria di carte pronte attraverso la sua Platinotype Company per uso professionale e amatoriale. Dopo un’uscita dal mercato delle stampe nel periodo della prima guerra mondiale anche per l’aumento del valore del platino che lo rese meno conveniente, la stampa al platino tornò in auge negli anni sessanta del Novecento per la sua alta qualità. Molti fotografi scelsero questo tipo di procedimento per le proprie immagini. Tra questi: Robert Mapplethorpe, Tina Modotti, Irving Penn, Sebastiao Salgado, Edward Steichen, Alfred Stieglitz, Paul Strand, Edward Weston, Manuel Álvarez Bravo, Imogen Cunningham.

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