L’uso dei colombi per trasmettere i messaggi si deve ai Sumeri, ma anche Egizi e Greci li impiegarono. L’utilizzo per scopi militari iniziò invece durante l’assedio di Parigi del 1870, per comunicare con il resto della Francia. In Italia, nel 1876, è il 12° reggimento Artiglieria di Ancona a realizzare la prima colombaia militare del Regio esercito.
Nella Prima Guerra Mondiale vengono usati come collegamento tra la prima linea e le retrovie a partire dalla primavera del 1917. L’autocolombaia funge da base di ritorno e di comunicazione. Si tratta di un camion attrezzato con nidi, acqua e mangime, che può essere collocato in qualsiasi punto della zona di operazioni. I colombi, dopo alcuni giorni di ambientamento in cui vengono lanciati da distanze sempre maggiori per farli tornare al mezzo, sono portati nelle trincee una volta sicuri che ritrovino la strada. Il messaggio, chiamato ‘Colombigramma’, viene fissato alla zampetta. Molti importanti dispacci arriveranno ai comandi tramite i colombi che si rivelarono molto efficaci anche in zona di guerra e in condizioni climatiche sfavorevoli.
Nella Seconda Guerra Mondiale vengono utilizzati per le comunicazioni solamente quando le normali linee radiotelegrafiche sono interrotte.
L’ultima colombaia, alla caserma Zignani di Roma, funzionerà fino agli inizi degli anni Sessanta del Novecento.
Ma che interessante! Per millenni i “colombi viaggiatori” sono stati il mezzo di comunicazione più rapido e sicuro ! Anche durante le guerre molto utili! Ma le scoperte ed il progresso li hanno …mandati in pensione !!! Adesso,poi, con il computer….possono volare tranquilli dove vogliono !
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2 commenti
Marina
Ma che interessante! Per millenni i “colombi viaggiatori” sono stati il mezzo di comunicazione più rapido e sicuro ! Anche durante le guerre molto utili! Ma le scoperte ed il progresso li hanno …mandati in pensione !!! Adesso,poi, con il computer….possono volare tranquilli dove vogliono !
Giorgio
E si è vero grazie alla loro elevatissima intelligenza sono stati di grandissimo aiuto! Che bravi!