Nel suo ‘Il dramma di Carbonia’ pubblicato su Tempo, settimanale diretto da Arnoldo Mondadori, nel numero 5 del 1950 (4-11 febbraio) Federico Patellani descrive la tragica situazione in cui versano le miniere di carbone di Serbariù a Carbonia. Il dopoguerra ha lasciato l’attività mineraria in abbandono nel silenzio delle istituzioni. I minatori sono costretti a lavorare senza sosta con salari bassi e costo dei viveri e delle case in affitto molto alti. Carbonia, città di fondazione fascista, è colta nella sua fase di degrado e smobilitazione con tutti i problemi che questo crea alla popolazione completamente dipendente dal settore minerario.
Patellani è il primo in Italia a usare i fototesti, piccoli reportage con una serie di immagini corredate da didascalie a volte lunghe come un articolo per descriverle. Quella di Carbonia è la prima di una serie di quattro che riguardano la Sardegna e ne descrivono il bivio tra industrializzazione e tradizione con servizi sul banditismo, la pastorizia e la ricostruzione post guerra.
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Un commento
Marina
Belle facce di uomini fieri, lavoratori di un mestiere pesante e faticosissimo, pericolosissimo: il boom turistico era lontano…