Per i nazisti anche Sinti e Rom erano razze inferiori e straniere e per questo discriminate e perseguitate. Nel Centro di documentazione sul Nazionalsocialismo di Colonia, ospitato nel palazzo che dal dicembre 1935 al marzo 1945 è sede della Gestapo, sono esposte le fotografie e le schede segnaletiche di alcuni dei 1000 Sinti e Rom che dal 1940 iniziano a essere deportati nei campi in Polonia. Dal 1943 vengono inviati al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Solo pochi di loro sono sopravvissuti. Qui sono vittime predilette degli esperimenti del Dottor Mengele (in special modo i gemelli) poiché considerati discendenti di razza ariana ormai degenerata.
Il termine Porrajmos (traducibile come “grande divoramento” o “devastazione”) identifica presso le lingue Romanì il genocidio di queste etnie durante la Seconda Guerra Mondiale e si stima in circa 500.000 persone.
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Un commento
Marina
Che orrore! Che tristezza! Le persecuzioni sono terribili! Mai più mai più! Foto segnaletiche, impronte digitali e poi… la morte! Pazzia…